17 – Altro -Mimì – Storie gay

Quartiere violento

Finalmente e venerdì sera, terminato il servizio di pattuglia posso tirare un grosso respiro di sollievo, non posso lamentarmi del mio lavoro da poliziotto che con orgogliosamente porto questa divisa. Certamente non mi posso lamentarmi essendo un bel ragazzo moro e giovane di 27 anni, alto 1,75 e attraente, ancora alle prime armi, anche se prima di fare il poliziotto ero un Provinciale che aveva finito i studi universitari. Quel giorno ero cosi spensierato da non aspettarmi una violenza gratuita. Appena finito salgo sull’autobus e scendo alla mia fermata che solo a un centinaio di metri separa alla mia abitazione, anche se la casa dove abito è un edificio antico di tre piani recentemente ristrutturato. Occupo un appartamento in affitto, ci sono venuto ad abitare un anno fa, dopo che ho lasciato la casa paterna per andare a vivere in periferia di Roma.
Mi avvicino al portone e non vedo l’ora di farmi una bella doccia, ma per una attimo mi trovo a pensare: che un ragazzotto di campagna come me abbia deciso di vivere da solo in quel quartiere malfamato, ma purtroppo lo stipendio che prendo non mi permette certi lussi, e poi dovevo stare vicino alla mia ragazza che da una settimana non viene più a trovarmi, forse la paura di essere aggredita da qualche malintenzionato. Mi convinco che ha fatto bene a fare quella scelta, poiché sono sempre più numerosi gli scippi in questa parte della città, anche se vado sempre io da lei. Immerso nei miei pensieri fra le dita stringo il mazzo di chiavi e mi preparo ad aprire la serratura del portone, inserisco nella toppa e ruoto la chiave, poi spingo l’uscio in avanti, ma non so perché l’ingresso e completamente buio. Avevo fatto pochi passi nell’atrio per accendere la luce, non mi diede tempo di farlo che qualcuno con una mano mi cinge la vita e un’altra mi serra la bocca. Ero aggredito alle spalle. Da due mani possenti e forti mi avevano tappato la mia bocca sollevandomi di peso da terra. Tutto si volse nella frazione di secondo, in quando mi agitai e cercai di divincolarmi, ma vengo stordito con un colpo alla nuca e trascinato con forza, verso lo sgabuzzino del sottoscala del condominio, completamente buio, mi era stato applicato una striscia di cerotto alla bocca. Lo sconosciuto attorciglia una robusta corda ai miei polsi che intanto alle mie spalle si chiuse la porta. Ma la sorpresa fu tale che non ebbi la forza di reagire e restare solo col mio aggressore che stava davanti a me. Non lo vedo. Sento il suo respiro affannoso e la sensazione che provo in quel attimo era il tempo che trascorreva lentamente, ma forse era solo una mia impressione. Non riuscivo a capacitarmi di essere stato soppresso in un modo cosi facile, anzi non capivo le sue reali intenzioni, o forse non volevo accettare la realtà che stavo vivendo, anche se il mio cuore sembrava che volesse uscire dal petto per lo spavento. Il panico e la sorpresa aveva avuto ragione delle mie scarse difese.
Nell’oscurità una debole luce filtrava dall’infisso, ed io cerco il volto del mio assalitore, ma lo sconosciuto ha il volto coperto da una calza di nailon. E’ sembra un tipo tozzo, muscoloso, di grossa statura, nella mano agita un coltello la cui lama intravedo il luccicare. Sospinge la punta metallica della lama a contatto con mia trachea minacciandomi prima che mi metta ad urlare.
“Ehi poliziotto, se fai il bravo e mi assecondi non ti succederà nulla, altrimenti stronzo. Ti ammazzo. Capito!”
Ero immobile senza proferire parola, non capivo cosa volesse dire. Ma lo scoprii subito dopo a mie spese. Con il coltello inizia a tagliarmi i pantaloni della divisa riducendolo a brandelli. Rimasi con i slip indosso, non pago recise anche quelli in corrispondenza dei fianchi facendole cadere ai miei piedi. Per tutto quel tempo l’aggressore non disse una sola parola, anche se io, avrei voluto gridargli in faccia di fermarsi, che stava abusando di un poliziotto e avrebbe pagato caro le conseguenze di quella violenza che stava perpetrare, ma il cerotto che a più strati aderiva alla mia bocca m’impediva di parlare, anzi mi prese per il bavero della giacca trascinandomi verso di lui e sbattuto a terra. Dopo avermi messo a carponi si mise dietro di me cercando in tutti i modi di farmi abbassare il capo verso il pavimento, ma io opponevo resistenza.
“Allora non hai ancora capito, se non stai buono e continui ad opporti non lasciandomi fare quello che voglio, ti ammazzo! Non sto scherzando!!”
Ma l’intonazione della voce ha un’ascendenza meridionale, ma sembra artefatta: perlomeno questa è l’impressione che ne ricevo, anche se il figlio di puttana mi divarica le gambe tenendo il culo sollevato e imponeva il capo abbassato a terra, sento le sue mani prima sulle mie chiappe, poi mi afferra i fianchi. Io lascio da parte ogni resistenza.
Nemmeno potevo divincolarmi dal momento che avevo le mani legate e rannicchiato per terra che stavo aspettando che lo prendessi in culo da lui, che arrivò subito dopo. Prese a puntarmi nelle crespe del culo col la punta del cazzo, ma per quanto si sforzasse di penetrarmi non riusciva ad entrare nello mio sfintere, in quanto io opponevo resistenza, ma anche il mio buchetto essendo vergine e troppo per il suo grosso cazzo.
“Ehi stronzo, se non ti rilassi e non ti fai fottere da me io, ti taglio la gola. Te lo dico per l’ultima volta brutto frocio di merda, lascia che il mio cazzo ti fotta il culo!”
Sento uno sputò diretto forse sulla sua cappella che se lo insaliva e poi lo ficca nel mio fondo schiena che mi penetra l’ano, rimasi sorpreso non era il cazzo, ma un dito umido di saliva che penetrava dentro lo sfintere. Ho un sussulto provocato dal dolore e mi ritraggo in avanti.
“Stai fermo troia! Non ti farò male, vedrai dopo ci prenderai gusto e godrai dal mio trattamento!!!”, disse ruotando il dito nella cavità anale, poi lo ritrae.
Sputa di nuovo saliva e prosegue nella sua opera dilatandomi il buco del culo, ma stavolta con due e tre dita.
“Rilassati frocio, lasciami fare. Capito!”
Ho paura. Chiudo gli occhi e attendo con trepidazione il momento in cui sarò fottuto dal suo cazzo.
L’uomo sfila le dita e si mette a cavalcioni, semi-seduto sulle mie chiappe e accosta il suo cazzo allo spacco del culo. Aiutandosi con la mano conduce la cappella a contatto della cavità anale che non oppone nessuna resistenza, anzi! Io, faccio di tutto per far rilassare la muscolatura dell’orifizio anale e accogliere con fatica l’intero cazzo dentro le mie budella. Il cazzo non si fece aspettare molto che inizia a premere sull’imbocco del mio retto che si infila centimetro dopo centimetro guidato dalla sua mano che dilata le crespe dell’ano. Nell’attimo in cui lo sento risalire nella parete intestinale mi scoppia in gola un urlo di dolore, non riesco a trattenerlo, nonostante il cerotto alla bocca urlai con quanto fiato avevo in gola. Cerco di divincolarmi e sfuggire alla sua presa ferrea.
“Fermo!… Stai fermo rottinculo!!!!” sollecita l’uomo.
Era inutile la mia ribellione, ormai l’ho preso tutto nel culo, il suo spessore del suo cazzo aveva lacerato il tessuto del budello da sentire le sue palle sbattere sull’ano.
“Cazzo, come sei terribilmente stretto. Mi mancava un bel culo di un poliziotto nel mio carniere!?”, disse mentre affondava il cazzo dentro nell’ano.
Percepisco la durezza del suo cazzo che penetrava dentro di me. L’uomo si muove con cautela, inanellando lievi movimenti del bacino, sospingendo avanti e indietro il rotolo di carne dura che tiene ritto fra le gambe. Mordo le labbra fra i denti per mitigare il dolore che avverto all’ano, ma dopo un po’ il bruciore e la sofferenza fisica si trasformano in gradevole piacere e anch’io inizio a godere. Il mio assalitore aumenta il ritmo dell’inculata estraendo più volte la cappella dall’ano dilatandomi all’inverosimile il muscolo dello sfintere. Ogni volta che la cappella penetra dentro di me ho l’impressione che il cuore stia per uscirmi dal petto e godo come un pazzo nell’attimo in cui il cazzo risale nell’intestino. Semi-seduto, con le gambe divaricate e flesse ai lati del mio bacino, tiene il cazzo infilato nel mio culo e continua a fottermi senza tregua. Preso dallo sconforto pensai che l’unica cosa da fare era di assecondarlo e soffrire il meno possibile. Iniziai a muovermi al ritmo del suo cazzo, assecondandolo nei movimenti, anche se il buco del mio culetto continuava a bruciarmi sempre più. L’uomo prese ad affondare il cazzo con maggior vigore rassicurato dalla mia collaborazione. All’iniziò ad articolare frasi nella sua lingua rallentando la sua azione, per riprenderla immediatamente dopo con maggiore energia.
“Cazzo e la prima volta che mi faccio un poliziotto, eeeh che dici stronzo ti piace prenderlo nel culo, oppure ti faccio male?”
Il cerotto che fino a poco tempo prima otturava la mia bocca si era allentata la presa permettendomi, seppure con difficoltà, di rispondergli.
“No” mentii. “E’ un piacere. Brutto bastardo continua a fottermi il culo, non ti fermare.” gridai dentro di me.
“Aaaaaahhh!!! Aaaaaaaaahhhh!!!! come godo! Com’è morbido il tuo bel culetto!!!”
Il dolore si fece più intenso, e presumibilmente l’ano aveva cominciato a sanguinare. A forza di spinte e strattoni il porco raggiunse l’eiaculazione. Ed io, iniziai a tremare da capo a piedi.
Dopo un ultimo affondo lo sconosciuto emise un urlo di piacere e si accovacciò sulla mia schiena. Restò piegato su di me per alcuni interminabili secondi, dopodichè tirò fuori il suo cazzo che lo sentivo ancora duro e restò fermo alle mie spalle. Il panico s’impadronì di me. Iniziai a tremare per paura di ciò che sarebbe potuto succedermi dal momento che avevo soddisfatto il suo istinto sessuale. Quali erano le sue reali intenzioni? Avrebbe continuato a violentarmi? Mi avrebbe ucciso? Queste domande passarono veloci nella mia mente, ma non ero in grado di ipotizzare una sola risposta. L’uomo si mise in piedi. Nel buio potevo vedere solo in parte la sua figura. D’improvviso mi sento afferrare per i capelli. Prende a minacciarmi di nuovo con la lama del coltello. Mi ordina di stare fermo.
“Adesso culorotto ti levo il cerotto e se urli ti ammazzo!!”
Lo assecondo e mi genufletto ai suoi piedi in attesa della sua prossima mossa. Vengo sospinto con forza verso il rotolo di carne sporco del mio sangue e sperma.
“Succhia!” Intima con la determinazione di chi non è abituato ad ammettere repliche.
Il cazzo sfiora le mie labbra. È’ semiduro e puzza anche di piscio.
“Prendilo tutto in bocca. Dai non fare il difficile!”
Resto indifferente alle sue sollecitazioni, fintanto che la punta della lama giunge di nuovo a contatto con la mia pelle, appena sotto la mandibola.
“Succhia o ti faccio fare una brutta fine. Te lo dico per l’ultima volta!!!” ingiunge ancora il fantomatico aggressore.
Con la mano prende il cazzo e conduce la cappella alla mia bocca. L’assalitore pone la mano sul mio capo e con forza mi attira verso sé. Esito prima d’introdurlo in bocca, lo stringo fra le labbra puzza di piscio in maniera esagerata, ma poi la inglobo per intero spingendolo nella cavità. Ho un rigurgito di vomito. Inizio a tossire e caccio fuori il cazzo dalla bocca. Sono confuso. La situazione in cui mi sono cacciato è pesante. Al contempo l’uomo che sta davanti a me, ruota nervosamente la mano sul cazzo fasciandola per intero in modo d’acquietarsi piacere. Con una mano teneva ferma la testa e con l’altra, mi accarezzava tutto il viso con il cazzo sgocciolante di sperma. Mi fregò le labbra con la cappella rossa, lasciandovi sopra una traccia di sperma. Lui sapeva, che con me poteva fare tutto quello che voleva, e questo lo eccitava. Anche se volevo gridare aiuto, fui subito soffocato dal grosso pezzo di cazzo che mi forzò le labbra, separandole; poi introdusse nella mia bocca il rotolo di carne, che mi spalancò le labbra e mi scese dieci centimetri in gola. Per un minuto rimase in quella posizione, l’assalitore godeva della mia bocca, e dei tratti sconvolti del mio viso. Poi iniziò a pompare con la sua trivella dentro e fuori, si fermava solo quando la cappella arrivava a fior di labbra, per poi riaffondarla con tutta la forza giù.
“Cazzo come sono eccitato, mio bel bocchinaro!!”, gemette l’aggressore.
Con ogni movimento sembrava spingere sempre più in fondo, io iniziavo a strozzarmi, e la sua violenza era sempre più forte.
“Niente paura, riuscirai a prenderlo tutto giù per la gola!!”
Sorretto dal suo cazzo lavorandolo di bocca e fintanto che inizia a inturgidirsi fra le mie labbra. E’ una sensazione inconsueta, straordinaria: eppure i cazzi non l’ho mai succhiati in prima d’ora! Sniffare l’odore che emana quel cazzo mentre lo spompinavo mi procurava uno stato di eccitazione che può capitarmi.
Forse a renderlo gustoso è la particolare situazione in cui mi sono venuto a trovarmi. Dopo un po’ che succhiavo ho sborrato per terra, stavo godendo di quella violenza. Conduco la cappella in gola fino a sfiorare le fauci. Godo! Cazzo se godo! Vorrei dirglielo, ma non so decidermi a farlo. Infine ci rinuncio. Spompino il cazzo come una forsennato lordandolo di saliva per facilitarne lo scorrere nella bocca. Che troia che sono! Mi trovo di nuovo inginocchiata ai suoi piedi col cazzo in bocca. Vuole che lo faccia venire nelle mie labbra ed anch’io lo desidero. Il mio assalitore prende il suo cazzo in mano e, mentre lo succhio, se lo mena velocemente. Accelera i colpi, e gemette forte e subito urlò.
“Vengooo!!! vengooooooo!!! Nella tua bocca da pompinaro!!”
Un fiotto di sperma precede gli altri che in breve successione escono dalla cappella riempiendomi la bocca. Subito dopo sentivo riversare nella mia gola il suo caldo seme. Uno schizzo dietro l’altro, e io fu costretto ad ingoiare tutto quello che scaricava. Deglutisco il fluido lattiginoso ingerendolo fino all’ultima goccia nell’esofago. Il sapore era nauseabondo. Sto ripulendo con la lingua la cappella, asportando i residui di sperma, quando l’uomo senza dire una parola si ritrae e immaginavo che stesse rivestendosi. Poi mi sfilò il portafoglio dalla giacca e sciolse i legami che mi serravano le braccia e mi lasciò libero. La porta si aprì e la luce del corridoio illuminò la stanza. Poi, si allontano da me e corse via lasciandomi inginocchiato nell’andito del condominio. Ho le ossa a pezzi. Mi rialzo e prima di uscire dal ripostiglio raccolsi dal pavimento il mazzo di chiavi e quel che restava della divisa e slip ed esco. Avverto un forte dolore al culo e nelle ginocchia, ma non ci faccio troppo caso. Premo l’interruttore della luce e il corridoio s’illumina. Mentre percorrevo semi_nudo per il lungo corridoio che mi separava dall’appartamento. Giunto a casa chiudo il portone.
Davanti allo specchio grande della camera, guardai fra le cosce e il culo. Ero pieno di lividi e di sangue coagulato attorno l’ano. L’acqua della doccia servì ad asportare le tracce di lerciume di sperma e merda appiccicato alla mia pelle. L’acqua della doccia non riuscì ad attenuare il bruciore del mio sfintere, fui costretto a sedermi per una decina di minuti sul bidé per ammorbidire il mio buco del culo del tutto tafanato. Infine ci passai sopra un poco di crema. Poco dopo sono sotto le coperte e resto lì, tremante, frastornato ripenso a quanto mi è accaduto. Cazzo! Ho rischiato d’essere ammazzato. L’unico rammarico che ho è per la patente e i documenti che mi toccherà rifare, ma ne valsa la pena. Domani denuncerò il furto del portafoglio, e starò accorto di non far trapelare la violenza subita, sennò mi sputtano e la mia ragazza non mi vorrà più. Mi addormento quasi subito, indebolito, ma completamente rilassato.

Ferragosto molto losco

A ferragosto in città era una noia e io, per futili motivi della ditta dove lavoro dovetti soccombere a loro. In serata non avevo niente di meglio da fare che andare in piscina. Giusi, mia moglie, era appena partita per il mare, a Bologna senza di lei mi sembra un mortorio.
Mi mancava molto, come mi mancava la sua calda fica sempre pronta a farsi scopare da me. Appena entrato nello stabilimento mi avviai verso lo spogliatoio, ho subito visto che dentro non c’era praticamente nessuno, ero solo. Ormai ci sono e cominciai a togliere la maglietta, i pantaloni, feci scivolare gli slip e mi infilai il costume, feci la doccia e dopo andai alle vasche per fare una nuotata. Dopo 20 minuti che ero dentro, decisi di avviarmi verso i spogliatoi per cambiarmi. Finita la doccia e asciugandomi il corpo ad un certo punto sentii un rumore, notai che la porta dello spogliatoio si era aperta, ed era entrato un giovane che avrà avuto all’incirca 18 anni, alto e di bell’aspetto. Ora non ero solo in quello spogliatoio. Ero completamente nudo, quando il ragazzo si denuda anche lui davanti a me e ogni tanto mi fissava con lo sguardo perduto, e si lasciava maliziosamente intravedere il suo cazzo grosso che a riposo misurava all’incirca una ventina di centimetri; i miei occhi sbalorditi di tanta abbondanza, continuava a guardare quel fallo semi-rigido che lentamente veniva coperto dal costume rosso che evidenziava un bel bozzo e non so che mi sia preso, mi vennero delle strane voglie; chiaramente anche il mio cazzo se ne accorse e di fatto si era indurito. Mi stavo eccitando come non mai, il mio respiro si faceva sempre più forte, più caldo, continuavo a fissarlo con insistenza. E’ bastato un suo sguardo, languido, un po’ voglioso, che mi fece girare di vergogna, il ragazzo si avvicina a me ad un cm di distanza e il suo sguardo cadde sul mio cazzo, sorrise sfiorandomi la gamba e si infila nella doccia.
Da dietro sentivo aprire l’acqua della doccia, ero li in piedi nudo sempre più eccitato e non resistevo più ad aspettarlo come una verginella la sua mossa, che strano avevo voglio da farmi rompere il culo da lui. Ad un certo punto, e improvvisamente da dietro, sentivo una mano sulla schiena, mi stavo per girare, ma sentivo la sua bocca vicino all’orecchio, mi sussurra: “Non girarti, so che ti piace il mio cazzo!!” Dopo pochi secondi mi incitava a piegarmi poggiandomi sulla panca. Una mano scendeva sul fondo schiena, mi fece allargare le gambe e poi toccarmi le mie chiappe leggermente pelose, infila il suo cazzo contro il mio buco del culo, che piano piano, me lo ficcava dentro, e tutto d’un tratto sentivo un dolore fortissimo. Con una mano mi copre la bocca per non farmi urlare. Quella fitta di dolore, era tremenda mi aveva messo quel cazzone su per il culo altro che 20 centimetri, siamo almeno sui 25 e passa! Il mio culo, era sconquassato del tutto. Mi aveva preso ferocemente, fottendomi nel modo animalesco il culo contro la panchina con il volto spiccicato, e piegato giù. Mi leccava le orecchie e la schiena, fino ad arrivare a mordermi, Dio se era eccitante! Mentre con le ginocchia apriva le mie gambe facendomi sentire il suo cazzo molto duro nel mio culo, ed io gemevo, perché non potevo immaginare che dopo il dolore, cominciavo a provare piacere, e a muovermi avanti e indietro il culo alla ricerca del suo cazzo. Mi faccio montare come una cagna in calore, ansimavo, sbavavo e godevo come un pazzo, era bellissimo prenderlo nel culo. Ad un certo punto si ferma per 10 secondi, finché io gemetti, e poi con sollievo me lo caccia dal culo, allora lui con un colpo improvviso, con tutta la forza che aveva, me lo ricaccia nel culo. Me lo presi tutto fino alle palle, mi sbatteva come un toro infuriato contro la panca, ed io, mi abbassavo per riceverlo tutto nel culo. Da quella prima fottuta con un maschio, non ricordavo nulla di più eccitante; neanche con mia moglie. Lui stantuffava, io gemevo, gemevo, era un misto di dolore e goduria, sentivo le sue palle contro le mie, gemevo, sempre più forte ansimavo, urlai quasi, anzi ansimavamo insieme, e sentivo il suo respiro sul mio collo. Nudi, caldi, bagnati, sudavamo come due porci, ansimavamo, e godevamo come mai avevamo fatto, mentre mi fotteva toccavo il cielo con un dito, anzi con il culo. Dopo circa mezz’ora, di dentro e fuori sul mio foro che ormai era un traforo del Monte Bianco, mi gira e senza alcuna delicatezza mi sbatteva a terra e con la stessa velocità con cui me l’aveva messo in culo di scatto me lo mise in bocca, caldo, bagnato, maschio, vorrei averlo in bocca ancora adesso quel pezzo di carne. Infatti se avere una minchia in culo mi piaceva molto, averlo in bocca mi piaceva da impazzire! Io, iniziavo sponpinare velocemente, mentre muovevo la lingua orizzontalmente sulla cappella, lo sentivo tutto, mentre con le mani sulla mia testa mi passava le dita tra i capelli bagnati.
Mentre lui mi accarezzava la testa, e io leccavo il suo cazzo, e poi lo presi tutto in bocca, dalla cappella alle palle, era enorme, buonissimo con la cappella ben scolpita, mentre con le mani lui mi spingeva la testa avanti e indietro, io spalancavo la bocca in uno spasmo di godimento. Ero tenuto da lui pressato sulla cappella rossa, mentre con una mano gli accarezzavo le sue palle pelose e con l’altra mi tiravo una bella sega. A quella goliardica pompa durò una mezz’ora abbondante, ricordo perfettamente quando mi venne in bocca: dovetti ingoiarla tutta la sua sborra che presi a succhiare con più forza che mi venne in bocca, ricordo ancora quanto era buona quella sborra, mischiata all’acqua della doccia, il suo sapore dolce che fluiva nella mia bocca, fuori dalla bocca e poi dalla mia gola sul mio torace. Il suo cazzo era diventato molle e gli avevo succhiato fuori ogni goccia di sperma e poi mi alza, ancora con la sua sborra in bocca, e lo baciai, le nostre lingue s’intrecciarono, la sborra colava dai lati delle nostre bocche. All’improvviso sentimmo un rumore, allora lui uscì dalla doccia e si avvicina agli armadietti degli spogliatoi per controllare: non c’era nessuno, restammo un pò dentro circa sei minuti, finito a lavarsi si riveste, io stremato dalla fottuta ero ancora sotto la doccia e poi lui allontanandosi in silenzio così come era arrivato senza farsi una nuotata.
Dopo due minuti alla sua uscita, arriva due militari con abbigliamento da marines, erano dei sub della marina, io ero uscito nudo dalla doccia con sgocciolature e mi stavo asciugando. loro cominciano a spogliarsi, mi volto e vedo che si stavano togliendo la giacca dell’uniforme. Il mio cazzo, vedendo quei bei fusti ben delineanti dal nuoto, comincia ad avere una leggera erezione. Poi si tolgono i pantaloni rimanendo con dei slip neri attillati. Ad un certo punto un militare dice a l’altro.
“Che ne dici il frocione!!! Ci farà anche a noi una bella pompa? Ho una certa voglia!”
E l’altro milite.
“Sì, adesso vado da lui e gli chiedo un pompino a ciascuno!!”
Ascoltando questi discorsi e ricordando del rumore di prima, feci mente locale che loro avevano assistito la scena del pompino e quindi non erano entrati prima allo spogliatoio per potersi cambiare, non sapevo che loro sapevano, ora lo sapevo. Il mio cazzo reagisce e cerco con l’asciugamano di nascondere la mia erezione. Il militare nota i miei sguardi, si avvicina sembra irritato. Io mi impaurisco. Allunga le sue mani e mi da una leggera sberla, il dolore è forte, mi viene da urlare, ma la sua mano blocca il suono del mio lamento. Toglie la sua mano dalla mia bocca, e con l’altra mano afferra il lembo dell’asciugamano e me lo strappa via lasciando alla sua veduta, un cazzo duro che stava dritto sull’addome. Sorride ironicamente, mette le sue mani sulla mia testa facendomi trovare il suo cazzo moscio vicino alla mia bocca. Lo presi dentro e leccai il suo cazzo che inizia ad irrigidirsi lentamente, anzi anche l’altro si avvicina e posso notare con entusiasmo la sua lunghezza del cazzo che mi sfiora la mia bocca e lui mi dice.
“Hai fame?, vuoi anche i nostri cazzi da leccare? lecca, lecca? Troia, non t’ha bastato quello di prima. Zoccola!!!” Neanche il tempo di rispondergli che mi trovo a leccarglieli per tutta la loro lunghezza, e ad ogni leccata erano duri, anzi durissimi.
Le loro palle sono belle grosse ricche di peli neri, anche se non eccessivamente! Finalmente anche loro erano eccitati e spingevano sempre più dentro nella mia bocca fino alle palle, io lecco sempre più velocemente. Entrambi mi tenevano la testa ben afferrata stringendo forte, e cominciarono ad ansimare.
“Dai troietta di più!!!, ahaa, ahaaaaa, di più!!!! Dai bocchinaro di merda. Sììììì!!! Sììììììì!!!!!, continua brutto frocio, più forte!!!!”
La mia lingua si muove più insistentemente e il mio godimento è sempre maggiore, finchè senza avvertimento sentì nella mia bocca degli spruzzi del loro sperma. La mia bocca si riempie di sborra e loro non tolgono i cazzi da lì! Mi obbligano di mandarlo giù tutto e io obbedisco volentieri. Tolgo i loro cazzi dalla mia bocca. E’ davvero squisito continuo a leccarglieli mentre diventano più molli ma più larghi! Hanno davvero dei bestioni di 20/25 cm eretti, adesso posso confermare che i militari ce l’hanno davvero lunghi. Appena i cazzi dei militari iniziarono a diventare duri, e la voglia di prenderli nel culo gemetti.
“Perché maschiacci non mi inculate, ora qui?”, dissi senza ormai più alcun ritegno. “Dai!!! Militari cazzoni fatemi vedere quanto valete, voi maschi duri?”
A turno, i militari mi possedettero. Mi fecero abbassare la testa, sollevando il culo e spalancare le gambe. Li ebbi tutti e due dentro di me. Mi sfondarono il culo e me lo aprirono come non mai. E mentre uno mi inculava l’altro mi apostrofavano come la peggiore delle troie. Dopo un po’ un milite si alza e si mette a sedere sulla panca, l’altro mi ordina di sedermi a cavalcioni su di lui. Io salgo sopra, con la faccia rivolta davanti a lui, m’infilo esattamente sulla sua grossa cappella bagnata in culo, e comincio a muoverlo dall’alto in basso per favorire la penetrazione. Io ridevo, ridevo per non urlare, ed anche lui rideva, ed intanto l’altro da dietro al buco del culo già pieno del cazzo del suo amico, incomincia a penetrarmi con due dita. Poi comincia ad ungermi il buco con della saliva, facendo roteare il dito nel mio buco voglioso e poi infila un terzo dito e comincia ad allargare il buco per fare spazio anche al suo cazzo.
“Ma che cazzo, vuoi fare!?”, gridai!! “No!! Figlio di puttana non insieme, no, nooooo!”
Ma il militare non sembra ascoltarmi, ed alla fine m’incula pure lui. Mi sento afferrare per i fianchi attirandomi verso loro dicendomi di stare fermo. Il dolore è insopportabile all’inizio, ma in breve cominciavo a provare sensazioni che mai avrei immaginato prima, vorrei che quei due non smettessero mai di incularmi. Quei cazzoni entravano dentro di colpo nel budello, a quel gemito di piacere io, cominciavo a muovermi su e giù godendomi quei grossi arnesi che mi dilatavano il buco.
Ora Il mio buco era completamente dilatato da quei due cazzi poderosi che mi fottevano senza pietà. Dopo un po’ i due militari mi sborravano in culo, tutti e due tirano fuori i cazzi dal mio culo la cui bocca viene posizionata sulle cappelle che infatti mi sborrano in bocca, e mi ordinano di pulirle e io eseguo. A quel punto, quasi come se niente fosse accaduto, mi dicono di vestirmi e di andarmene subito. Rimasi esterrefatto di tutto ciò, ero un po’ stordito e dolorante, mi rivesto tenendo la testa bassa, mi dirigo verso la porta, guardai i due militari che si avviarono verso le vasche ridendo e dandosi delle pacche sulle spalle. Che bella fine che ho fatto: inculato così da tre cazzi, conosciuti per caso nella piscina. Ho capito dopo tanto quale sia per me il vero piacere, farsi rompere il culo dal primo stallone che riuscivo a trovare. Chi!! Se ne frega di essere snobbato da loro, vado via pensando che il ferragosto per me era iniziato proprio bene.

Che vergogna, fui stuprato anch’io

Per mesi la tivù e i giornali trasmettevano notizie di certe aggressioni gratuite, in varie città Italiane dove avvenivano attorno alle tre della notte tra venerdì e sabato. E ha commetterle erano sempre dei gruppi di Romeni che abusavano delle povere e sprovvedute ragazze sotto gli occhi dei fidanzati, denudati e immobilizzati poi picchiati. In tutto finisce sempre che vengono derubati e poi fuggire con la refurtiva.
Era quasi le cinque del mattino, quando siamo usciti da varie discoteche e pub, e stavamo rientrando verso casa quanto Carla la mia ragazza forse brilla dal troppo alcool o spinelli, afferra il mio cazzo duro che si evidenziava nei miei pantaloni, io purtroppo non ce la facevo più ad arrivare al mio monolocale, ero tanto arrapato che mi appartai in una zona deserta e nota a Milano. Nascosto in mezzo al verde dove non c’era nessuno che ci poteva disturbare, anche se faceva molto freddo essendo il mese di febbraio e nel cielo c’era una bella luna piena che rendeva l’ambiente intorno surreale. Eravamo dentro all’auto e la mia ragazza mi stava facendo una bellissima pompa a risucchio, in quando senza accorgermi un auto si affianca alla mia e scesero cinque individui tutti giovani con uno strano accento straniero, circondati da loro che brandivano dei coltelli e mazze, con strilli di minaccia ci obbligano a scendere dall’auto. Entrambi impauriti dai loro coltelli restammo nell’abitacolo, ma essi furenti con le mazze sfondarono il vetro e con forti strattoni ci buttano giù dall’auto dove venni preso da tre di loro e trascinato dietro la mia macchina e malmenato duramente, senza accorgermi mi trovai spogliato completamente dai miei vestiti e battuto di continuo, invece lei la mia ragazza fu trascinata a dieci metri più in la verso dei alberi che venne subito spogliata dai due malviventi. Bloccata dalle braccia mentre l’altro la scopava brutalmente facendola gridare dal dolore ed io disperato cerco di aiutarla, ma non potevo far nulla perché ricevevo da tutte le parti pugni e calci. Non passa una decina di minuti che i due che mi malmenano si stancarono e vanno verso gli altri per farsi la mia donna, io invece vengo lasciato solo con uno di loro il più anziano che mi teneva forte per la gola e non mi lascia respirare. Ricordo che faceva un freddo cane, la mia pelle era rossa dal gelo, anche se ero pieno di lividi e mi doleva le parti colpite non diedi a loro la soddisfazione di piangere dal dolore. Prima di soccombere da lontano osservo i quattro che si stavano divertendo come matti con la mia dolce Carla, le sue tette veniva sobbalzate strizzate con molta violenza e con molto cinismo gli passano le nerchie dure tra lo spacco delle sue tette, anche se lei poveretta era in preda ormai dal terrore e non poteva che assecondarli cambiando spesso posizione: attorniata dai tre ragazzi ed obbligata a succhiare e smanettare quei cazzi duri e farsi sbattere dal ragazzo che stava sotto a lei, non tralasciano nessun buco da riempirla fino alle orecchie di ciccia dura e farla godere come una troia di strada. Più la guardavo intensamente più lei mi sembrava che godesse molto, in effetti lei cominciava a partecipare allo ‘stupro’ e in quei pochi istanti questo mi fece un certo effetto. Era davvero una troia? O stava solo fingendo, ma non ci credo lei godeva e si vedeva come contraeva le gambe per farselo sbattere tutto dentro da quei cazzi duri, che troia né godeva!!! Ma vengo rudelmente strattonato dal mio carceriere e legato con la mia stessa cinghia nei polsi e tra il mio collo, anche se penso che questo ultimo mi legasse per partecipare anch’egli allo stupro, ma mi sbagliai.
“Guarda quella troia della tua ragazza, come se lo gusta quei cazzi duri!!!!”, mi sussurrava all’orecchio.
Il bastardo mi ha ridotto al suo volere ed io, stavo lì a guardare gli altri che si divertivano a fottere la mia ragazza.
“Mi piacerebbe farti lo stesso lavoretto anche a Te?”, disse molto infoiato e facendo sentire la sua durezza sul mio culo.
Voltandomi lo guardo terrorizzato cercando di difendermi quanto potevo, ma non ce la feci perché ad ogni mossa che facevo la cinghia mi stringeva il collo a soffocarmi, non perse tempo il maledetto, qualche istanti dopo vengo da lui colpito a mano aperto sul culo e con forza mi fa allargare di più le chiappe, ero inginocchio e per non cadere dovetti stare fermo bene equilibrato sennò venivo soffocato dalla mia stessa cinghia. Con ghigno sulle labbra si abbassa lentamente lo zip dei pantaloni, sbalordito e davanti a me tira fuori un cazzo di dimensioni veramente notevoli. Io rimasi ipnotizzato in parte dal terrore, in parte dalla visione di quel coso duro e lungo. Il porco teneva la sua nerchia dura in mano, anzi durissima tanto da non reggerla e senza tanti preamboli disse.
“Forza, frocetto! Fammi vedere come sei bravo a prenderlo nel culo, tu o la tua puttanella! Se non vuoi finire male in questo posto del cazzo?”
Mi ritrovo con il suo cazzo puntato sul mio buco del culo.
“Ascolta, brutto stronzo!? Farai tutto quello che io vorrò, senza fiatare e senza dire niente a nessuno. Ricordati bene frocetto, che sei tu a prenderlo nel culo da me! Ora sei mio! Non farmi incazzare e ti divertirai anche tu. Mi farai contento e non dirò niente alla tua ragazza che l’hai preso nel culo da un uomo, che ne dici?”
E nel momento in cui diceva le ultime parole, lui tira fuori un coltello a scatto lisciando la lama sul collo temendo il peggio. In quella posizione soffrivo molto e non potevo né urlare, né parlare, più mi muovo e più la cinghia mi stringeva la gola e li dovetti subire una grande umiliazione. Fu solo un attimo che il mio ano fu violato e aperto del tutto dal suo cazzo, e senza sputo il maledetto me lo ficca tutto dentro sul retto, anche se quel dolore era molto lancinante e la mia gola soffriva tanto da non mandare nessuno suono dove i miei occhi stavano quasi a uscire fuori dall’orbita. Sentivo la mia testa come un tappo di bottiglia che stava per esplodere, e il mio culo che si dilata al massimo dando spazio alla sua verga dura e non riuscivo più a distinguere quale dolore mi faceva più male. Il porco ci sapeva fare mi dava il ritmo con la mano mentre si gode il mio culo.
“Oh!!!, sììì come mi divertendo con sto bel culetto stretto! Anche tu, vero, troiettina mia?” mentre io non dissi nulla. Quella sofferenza dura un quarto d’ora e poi con sollievo lui mi slega intimando ti stare fermo sennò mi sgozza, ed io dalla vergogna e con il suo cazzo duro ancora piantato nel mio culo, subivo purtroppo lo stupro. Per fortuna che lo stupratore mi fotteva dietro all’auto lontano dagli altri, anche se la mia ragazza subiva la violenza dei quattro cazzi duri, e in quella posizione non si vedeva che lo stavo prendendo nel culo anch’io. Per non farmi scoprire dovetti stare al suo gioco lasciandomi inculare da lui, anche se ho capito che tra quei giovani lui era il pederasta di turno che piaceva fottere il culo dei uomini e non la fica delle donne. Purtroppo ero immobilizzato da uno dei cinque che mi fotteva lo spacco del culo, mentre la mia ragazza per circa un’ora viene violentata a turno, e più volte, dagli altri quattro.
Nascosto dallo sguardo dagli altri violentatori mi lascio fottere da quel cazzone duro che con il passare del tempo comincio a prenderci gusto a prenderlo nel culo, anzi mi dimenavo come una troia e lo incito a fottermi duramente il culo tanto era le bordate che mi faceva risalire dal godimento. Anche se i miei urletti si mischiavano con quelli di Carla che non sapeva come mi trombava quel toro da monta da non lasciar spazio nel respiro. Mi dava certe fionde da mozzafiato quasi da infarto sentivo il mio buco del culo dilatarsi attorno alla sua mazza da sentire la sua cappella intrufolarsi sul fondo delle budella e frullava da vero stallone, il buco non mi reggeva più di tanto da sentirlo infuocato, e neanche più la sua mazza per quando era arrossato.
“Dai culorotto, muovi di più le chiappe che a confronto di altri maschietti te la stai cavando niente male, vero? Dai frocio continua così che vai benissimo!!!”
Da quella sensazione comincia ad impadronirsi di me, quel cazzo incominciava a piacermi da impegnarmi davvero nel ruotare il mio culo. Intanto gli altri non badando a noi, si stavano fottendo la mia ragazza a tutto spiano.
“Tho!! Frocione, prendilo tutto sto pezzo di nerchia, brutta troia!”
“Siiiii, maschiaccio continua a fottermi!!!! Siiiii!”
Urlavo come una cagna in calore dove il mio torturatore venne copiosamente poco dopo dentro nel mio retto infuocato.
“Siiii, troia bella miaaaaa!!! Aaaaaah, che bello vengo!!!!!”
Senza lamentarmi ricevo subito un soave spruzzo di sperma che inonda il mio povero culorotto, da farmi sollevare dal piacere, anche se dopo dovetti subire altre violenze. Costretto da lui dovetti tirare tante pompe da slargare la mia mascella e ingoiare tutta la sua nerchia cercando di evitare i conati di vomito, anzi lui dopo ritorna nel mio culo, era veramente instancabile tanto da fottere a ritmo continuo senza mai fermarsi. Quella fottuta mi lascia molto esterrefatto dalla cosa, non sapevo che un uomo potesse resistere in quel modo. Più lui mi fotteva più mi piaceva prenderlo nel culo tanto da stargli dietro a ritmo e sincronizzato cosi bene tanto da carpire una parola affettuosa:
“Che bel culo da troia, che hai!!”
La cosa mi fece molto piacere lasciandolo fottermi duramente il mio culo. Non passa molto tempo che mi sborra dentro lo sfintere farcendolo tutto fino allo stremo delle sue forze che poi si stacca da me e si pulisce per bene il suo cazzo, anzi se lo infila dentro i pantaloni sporco come era. E prima di andarsene da me mi lega con la cinghia alla macchina e poi mi diede uno schiaffetto sulla guancia sussurrando.
“Che ti avevo detto? E’ stato facile farsi rompere il culo, vero? E adesso taci sennò ti sputtano, davanti alla tua donna!”
Lo vedo andare verso i suoi amici soddisfatto di tutto e partecipare allo stupro come niente fosse, e tutto ciò mi lascia immerso nella mia vergogna. Finito lo stupro quello che mi violentò si accosto a me liberandomi dalla cinghia, ancora con il cazzo semiduro mi disse che avevo un culo niente male, e che aveva goduto più con me che con la mia ragazza.
Purtroppo i cinque ci derubano di tutto dileguando con la loro auto e sparire nell’orizzonte, io prontamente mi ripresi cercando di nascondere a lei di aver subito violenza, anche se la poveretta era del tutto partita. Allora la portai nel mio monolocale e per tre giorni la calmai del tutto cercando di non far trapelare la cosa, sennò ero del tutto sputtanato. Il nostro rapporto andò avanti fino per pochi mesi, e un giorno lei mi scarico dicendo: che mi lascia perché gli ricordavo molto lo stupro, ma non ci credetti perché venni a sapere da certi amici che la porca si vedeva con un gruppo di albanesi che la trombavano di brutto. Di sicuro non la piansi per niente, e poi lei mi fece molto piacere perché o scoperto di essere un potenziale frocio.

Hardcore odeon

Era un pomeriggio piovoso di Novembre, quel giorno mi lasciai con tristezza con la mia ragazza e trascorsi la giornata a bighellonare in giro per la città, faceva un po’ freddo e non avevo voglia di bagnarmi, allora cerco un riparo tranquillo dove posso passare un paio d’ore, ma non avevo nessuna voglia di entrare in uno dei soliti bar e pub pieni di gente e confusione, guardandomi in giro vedo la locandina di un cinema a luci rosse e per la prima volta decido di vedere un film porno. Entrai molto timoroso, pagai il biglietto e mi avviai alla sala di proiezione passando attraverso dei tendaggi. Il mio primo impatto fu il buio della sala, i miei occhi ci mettono alcuni secondi ad abituarsi all’oscurità, ma poi vedo che l’ultima fila dei posti erano liberi, quindi mi siedo pregustandomi la visione di quel film.
Sullo schermo scorrevano le immagini di belle fanciulle intente a prendere cazzi di tutte le misure che venivano sapientemente spompinati e ficcati in figa e culo. Dopo circa una ventina di minuti di visione, non tardarono a produrre il loro effetto. Ero assestato sulla poltroncina in una evidente indurimento del mio cazzo, la mia mente vagava cercando di dimenticare quella troia della mia ragazza. Ma il pudore, prese il sopravvento e allora mi sistemai alla meglio sulla poltroncina e cominciai a guardarmi attorno con maggiore attenzione. C’era un certo movimento nella sala. Uomini giovani e una certa età si alzavano, rimanevano alcuni istanti in piedi nella sala e andavano verso i bagni e per poi ritornare alla sala dopo diversi minuti, ma non diedi molta importanza.
Ritornai a guardare il film, quando la mia vescica non ce la faceva più e quindi dovevano andare al bagno a scaricarmi. Senza far troppo rumore mi alzo dalla poltroncina e percorro un lungo corridoio dove una porta indica le toilette dei maschi, entrando dentro ai quei bagni non avrei mai immaginato di vedere una cosa del genere, quel cinema porno che da anni pensavo fosse un ritrovo di uomini etero e segaioli, invece era un ritrovo per solo gay, con film etero. Non mi aspettavo una scena in cui mi trovai davanti un giovane ragazzo sui 18 anni che era in ginocchio, con i pantaloni abbassati e il culo per aria e da dietro, sei persone, arrapati che continuano a colpirlo con le mani sulle chiappe, accompagnando ogni colpi con vari insulti. Mentre uno di loro lo stava impalando brutalmente infilandomi in un sol colpo 20 cm buoni di carne di cazzo e mentre lo fotteva violentemente, due gli misero in bocca i loro cazzi contemporaneamente e un altro gli stava sotto a mordergli violentemente i capezzoli, altri due che avevano i cazzi durissimi presero le sue mani facendosi segare. Il ragazzo veniva spinto talmente forte che non poteva fare altro che star fermo a spompinare e riceverlo nel culo. Poi con una spinta violenta quello che lo inculava gli sborra nel culo con un lungo gemito. Alzandosi sfila il suo cazzone da quel buco del tutto spanato, mentre un altro prende il suo posto il ragazzo rimase per qualche istante col culo all’aria, e dall’ano gli colava abbondantemente della sborra, che scendeva a fiotto dalle chiappe fino alle palle per poi perdersi sui peli del suo cazzo.
Quello che lo aveva inculato si porta davanti alla sua bocca infilandogli tutto il cazzo ormai moscio in gola che lui golosamente leccava! E mentre leccava gli altri due gli sfilarono completamente i pantaloni e mutande, e poi lo sollevano di culo mentre uno lo tenevano fermo per le anche glielo infila nello spacco delle chiappe che subito l’altro compagno si mette dietro a lui facendo spazio in quelle crespe dilatate e infila anche lui in quel buco occupato dal suo cazzo da incularlo pure lui assieme al suo compagno, due cazzi, due cazzi di buone dimensioni che entravano contemporaneamente in quel buco del culo; non era certo vergine quel buco, ma sicuramente lo ruppero ben bene! Il ragazzo non reagiva al dolore di quel supplizio, anzi ci godeva a prendere due cazzi in una solo volta. Si vedeva che era abituato a ricevere misure di un certo calibro. Ero visibilmente eccitato da tutto ciò, cercai allora di uscire da lì e mi sposto indietro deciso di andarmene via, ma vengo impedito da altre persone che in quel momento entravano. Entrando mi spingono fra due orinatoi che io, approfitto a svuotare la vescica, e finito a pisciare cerco ancora di uscirne fuori da quella bolgia orgiasta, ma ero ancora li, ormai non ho più spazio dove spostarmi a questo punto rimasi a guardare quella fottuta. Stavo osservando la scena quando sento una mano sulla gamba, dietro alle mie spalle, infilarsi tra le cosce per poi risalire sul mio culo. Stranamente, non opposi resistenza, reagendo anzi con una erezione feroce al contatto, avevo sempre pensato di essere etero, ma devo dire che, forse dovuto al mio stato di depressione verso la mia ragazza o l’eccitamento del film porno, oppure la fottuta del ragazzo nel bagno, anche se quella mano sul culo mi stava ulteriormente eccitando e scoprire nuovi orizzonti. Il mio cazzo era ormai in tiro e me lo sentivo stringere nei pantaloni. Improvvisamente sentii una mano calda sulla mia patta. Per qualche istante restò immobile, poi iniziò un lento massaggio alla mia asta, alle mie palle, attraverso la stoffa. Lento e profondo. Non capivo più nulla e quel tipo che mi stringeva mi aveva appoggiato il suo pacco sul mio culo e sentivo che aveva il cazzo duro anzi durissimo. Me lo appoggiava con molta insistenza, ma tenendo le sue mani ben afferrate al mio cazzo che sfregando sul mio culo mi massaggiava il mio cazzo duro e iniziava a muoversi dietro di me, simulando una scopata, mentre gli altri guardavano quella fottuta ridacchiando di gusto.
Per me è stata la crisi totale. Sentivo la sua punta del cazzo perforare la stoffa dei miei pantaloni, ormai duro mi dilatava le mie crespe del buco del culo e al suo passaggio allargavo e spingevo indietro per dargli la possibilità di affondare, tutto questo è successo in 5/10 minuti circa, ma per me una vera eternità, e sempre stretto a lui che mi limitava qualsiasi movimento. Io non riuscivo a dire nulla, non capivo cosa mi stesse succedendo e mentre stavo per riprendermi, lui mi prende la mano e se la porta al pacco. Al momento ne ero sconvolto, lo sento che piano piano struscia la mia mano fino a toccargli il cazzo da sopra i pantaloni, lo sento armeggiare con la cerniera ed infilare la mia mano dentro lo slip, sento il suo cazzo caldo che io lo stavo impugnando e lo tirai fuori. La sensazione di quel cazzo in mano mi eccitava tantissimo e mentre di nascosto senza farmi vedere facevo finta di nulla, lo menavo lentamente. Lo sentivo bello gonfio e duro. Iniziai a menarlo lentamente e sentivo che lui godeva. Sbattuto in un angolo con la sua mano sopra la mia testa e con la forza se lo porta al suo cazzo. Mi spinge con forza la faccia sul cazzo, che spuntava fuori nei suoi pantaloni e sempre con più forza spingeva sul suo cazzo. In quella bolgia nessuno notava la mia sparizione, erano tutti attratti dallo spettacolo che dava il ragazzo con i sei uomini. Quella situazione era molto strana ma ormai, la mia eccitazione ha cancellato ogni tabù e non faccio nessuna resistenza quando lui mi prende la nuca e l’abbassa verso il suo cazzo. Arrapato abbassai i suoi pantaloni e pure i slip e lo presi tutto in bocca, era durissimo. Lo sento entrarmi in bocca e cosi comincio il mio primo pompino facendo tutto quello che piaceva a me pensando piacesse pure a lui, e infatti cosi era. Vedo un cazzo stupendo, bello grosso e durissimo sui 20 centimetri.
“Ti piace leccare il cazzo, eeeh…. puttanella!!”, e mentre mi diceva questo, sentivo la sua mano sulla mia testa che mi spingeva sul suo cazzo.
Notai che gli piaceva molto come lo stavo spompinando. Inizia a muovere il bacino ed era come se mi stesse scopando in bocca. Godeva come un matto e non vi nascondo che pure io ero molto eccitato, avevo il cazzo durissimo. Mentre lo spompinavo mi diceva.
“Vedo da come lecchi ti piace molto il mio cazzo, è puttanella!! Dai continua a succhiare frocio che ti riempio la bocca di sborra!!!”
Quelle parole mi fecero avere un sussulto di godimento. Era la prima volta che uno mi chiama, “PUTTANELLA”. Talmente era l’eccitazione che non pensavo più alla mia ragazza, continuavo a spompinarlo con molta passione e lui gradiva molto da come godeva. Sento la sua mano che inizia a toccarmi il culo. Per facilitargli il compito, fui io stesso ad sbottonarmi i jeans. Sento la sua mano che prima mi palpava il culo sopra le mutande poi la mise dentro e mi toccava le chiappe, fin quando non sento il suo dito insalivato che mi entra con forza dentro l’ano che in un primo tempo, si presentava completamente contratto, ma pian piano cominciò a rilassarsi, consentendo di spingerlo con forza dentro il culo.
“Siiiiiiiiiii!!! Che bel culo, che hai troia!!”
Sentivo il suo cazzo farsi molto più duro, avevo capito che stava per sborrare ed aumentai il ritmo di quel pompino. Mi sborra in bocca, sentii cinque o sei schizzi di sborra calda.
“Siiiiiii!!, che puttana che sei… ti piace la mia minchia!!!”
Avevo la bocca piena di sborra e cercai di sputarla. Lui mi blocca la testa, obbligandomi di mandarla tutta giù. Per non soffocare la dovetti mandarla giù e mi fece stare per alcuni minuti con il suo cazzo dentro la mia bocca.
Sentii che lasciava la presa, e facendo cosi qualcuno si era accorto di quello strano movimento. Ed infatti mi sentii un altro cazzo che mi strusciava la faccia, un cazzo duro e deciso che aprendo la bocca istintivamente inglobai il suo cazzo spompandolo per cinque minuti, e senza un attimo di pace mi fecero prendere in bocca altri cazzi alternativamente ed io pompavo sia l’uno che l’altro ero in visibilio sentivo che dicevano.
“Guarda, guarda che bella troia? E’ molta affamata di cazzi!!!”
Ad un certo punto sentii che acceleravano il ritmo, cercai di scostarmi volevano venirmi in bocca. “Non voglio, ingoiare la vostra sborra!!”
“Zitta!!! Troia e ciuccia, ciuccia i nostri cazzi che sono buoni!!!”
Ma riuscii a scansarmi, non più di tanto mi schizzarono in faccia e parte in bocca, dovetti ingoiare qualche litro di sborra.
“Ora si, che sei una brava succhiacazzi!!”
Rimasi allibito da tutto ciò non potevo far nulla, ormai ero talmente preso da queste sensazioni che non mi importava più cosa succedeva attorno. Mi fecero alzare e mi sentii calare i jeans e le mutande che scivolarono ai miei piedi da sfilare completamente, sentii delle risate, e approvazioni molto volgari sul mio culo. Ero traslucido di sborra e di sudore, eccitato fino al parossismo mi posarono affianco al ragazzo anche egli nudo come me, e quindi in breve tempo mi ritrovai piegato a succhiare altri cazzi, mentre sentivo insalivarmi avidamente il buco del culo che, con la punta della lingua mi penetrava a piccoli colpetti, sentivo il buco del culo pulsare fino quasi a scoppiare, trasmettendomi fitte di piacere ed iniziai ad ansimare come una checca! Poco dopo misero un dito sulle crespe dell’ano e dopo averlo lubrificato con la saliva me lo caccia dentro iniziandolo a muovere avanti e dietro; continuando a ficcarmelo di continuo, poi un altro dito insieme continuava freneticamente a ficcarmelo dentro al buco del culo. Non passa un minuto dal secondo dito, che già entra un terzo dito e poi il quarto, che continuavano a ficcarmelo per altri dieci minuti interminabili seguiti da grasse risate. In preda al più profondo delirio mi voltai verso di loro urlando.
“Stronzi rompetemi il culo, che sto impazzendo dalla voglia di averli tutti dentro il mio culo!!” Naturalmente non se lo fecero ripetere due volte, sentivo le loro dita afferrarmi con forza le mie chiappe divaricandomele, tennero spalancato la fessura ormai ben lubrificata che non ancora esplorata da nessuno, ed ora ero pronto per ricevere l’enorme cazzo che mi fotterà. Ad un tratto sentivo l’enorme cappella contro lo sfintere e con decisione spinse il cazzo che penetra un paio di centimetri dentro all’ano, sentii un forte dolore e cercai di alzarmi, ma delle mani vengo tenuto subito giù la testa mentre da dietro si dava da fare con il mio buco del culo, era molto stretto. Ma spinse con fermezza, con un colpo di reni molto decisivo riusciva finalmente a ficcarmelo tutto nel culo! Un cazzo, che mi parve grosso all’inverosimile e duro come un palo di legno, mi sfonda all’improvviso ed impietosamente il mio culo viene penetrato rapidamente dentro nel retto. lo sentivo fermarsi un secondo, per abituarmi al suo grosso cazzo che ormai lo sfintere era sfondato e cedeva all’improvviso, lacerandomi le crespe dell’ano con plurimi getti di sangue che iniziarono a colare giù per le cosce; il dolore, dovuto a quel violento atto di sodomizzazione mi provoca un poderoso urlo, ma vengo zittito da un bel cazzo che mi obbliga al pompino tanto che mi sentivo spezzare le chiappe in due parti da quel enorme mazza che mi riempiva le budella, lo sentivo affondare sempre più profondamente nell’intestino; straziato dal dolore, mi resi conto che era penetrato completamente fino alla radice dentro il mio culo! Sentivo i suoi peli che si mescolavano ai miei ed i suoi testicoli pelosi e pieni di sborra che sbattevano violentemente contro le mie chiappe. L’uomo cominciò a muoversi ritmicamente dentro di me, sbattendomi sonoramente avanti e indietro.
In quel lurido bagno di un cinema, dove il mio culo e del ragazzo erano disponibili per altri cazzi duri da farsi svuotare le loro palle, io, soprattutto cominciavo ad abituarmi a quei cazzi che entravano e uscivano nel giro di pochi minuti, mentre il ragazzo non aveva nessuno problema a prenderlo in culo, in quanto lì dentro lo conoscevano molto bene il suo di dietro. Intanto altri maschi arrivarono in successione, cazzi dritti e minacciosi in attesa del loro turno per incularci entrambi. La dentro facevano a gara chi di noi due prendeva più cazzi nel culo e bocca, e in quella sera almeno cento uomini cazzuti ci fecero il culo, ed altrettanti cazzi più o meno da noi succhiati e bevuto la loro sborra: giovani e vecchi, bianchi e neri, zingari, barboni, Marocchini, Arabi, Cinesi, Turchi, Russi, Slavi ed Albanesi, etc. etc. etc. tutti ripetutamente ci fottevano per tutta la serata, riempiendoci di sperma nell’intestino e lo stomaco. Chi estraeva i cazzi e lo infilava nella nostra bocca iniziando a muoverci la testa avanti e indietro! Noi due ci muovevano contemporaneamente e
travolti dalla loro foga e dai loro colpi frenetici, non capivano più nulla. Il tempo scorreva veloce, ma i maschi parevano instancabili e continuavano a scoparci con vigore e con molto dolore al culo, ma dopo si riduceva in un godimento crescente, sempre più crescente; poco dopo anche noi raggiungemmo l’orgasmo, emettendo dei gemiti da veri finocchi. E insieme a loro che eiaculavano copiosamente nella nostra bocca e nel culo! Bellissima la sensazione anale: era come se una fontana caldissima ed a pressione ci stessero riempiendo il ventre! Nonostante fossero venuti non si fermarono anzi, continuavano a chiavarci, senza mai togliere le verghe dalla bocca e dal retto; incredibile soprattutto il numero di volte che eiacularono dentro di noi. Finalmente ultimi schizzi sulla schiena, che sentivo sgorgare la sborra fin sotto le chiappe e nello sfintere e lungo le cosce, lubrificava sempre più non so quanto stetti in quel bagno, mi guardai intorno, e vidi che intorno non c’erano più nessuno, neppure la checca del ragazzo, ero solo. Quando ebbi un po’ di quiete mi risollevai e mi guardai allo specchio, ero con un volto disfatto e pieno di sborra, ma dolorante dappertutto. Il mio buco di culo slabbrato e pieno di sperma fino all’estremo che scendeva giù alle cosce. Mi pulii e lavai alla meglio il mio corpo sporco di succo di sperma che colava ancora caldo dal mio buco di culo. Mi ricomposi per uscire da li dentro. Ma stranamente ero felice e soddisfatto da quella esperienza decisamente particolare.

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