08 – Lesbo – Gul – Dolci creature

La storia che ora racconto non è frutto della mia fantasia ma una dolce anzi dolcissima verità, avvenuta in un mio viaggio nel mondo e più precisamente a Bangkok.

Mi ero agganciato ad un tour operator locale, il quale organizzava dei tour multilingue (erano tutte persone interessate alla visita di un sito particolare, e potevamo cambiare ogni giorno, a secondo dell’interesse particolare. Il primo giorno eravamo dodici persone: due italiane , due russe e otto giapponesi. Come mia abitudine scrutavo i miei compagni di viaggio per poter capire come entrare in contatto e in quale lingua parlare.

La meta del giorno era del tipo storico di vita rurale, ovvero un mercato galleggiante, dove si sarebbe potuto comperare qualsiasi cosa, ma solamente di quello che loro producevano.

La distanza da percorrere non era molta, ma date le condizioni del traffico (caotico) e delle condizioni delle strade, il tempo era stimato in 8/9 ore tra andata, ritorno e pranzo. Alla partenza saluti, convenevoli, ristretti a un “good morning”, che anche se laconico, stabiliva un primo contatto, poi durante il viaggio i primi segnali di dialogo che naturalmente erano diretti “da dove vieni, quanti giorni ti fermi, domani cosa hai programmato ecc. ecc. poi sempre più approfondito ma sempre in tema di viaggio “che macchina usi, che obiettivo, che tipo di pellicola e via dicendo. Sembrerebbe un dialogo stupido e insignificante ma se vogliamo essere onesti è quello che ti permette di rompere il ghiaccio e di fraternizzare. I due russi marito e moglie parlavano stentatamente un francese poco più che scolastico, i giapponesi erano due coppie già in avanti con l’età e quindi nessuna possibilità di dialogo: dei restanti tre erano ragazze sui 30/35 anni (amiche di lavoro) e l’ultimo era un ragazzo sui 35/40 che parlava un’inglese meraviglioso e anche un po’ di italiano.

Alla prima sosta, dopo circa un’ora e mezza, la temperatura si era riscaldata, si iniziavano i primi discorsi più concreti (questo anche per il grosso aiuto del ragazzo che parlava italiano e di una ragazza che masticava un po’ di russo). Arrivati sul posto abbiamo preso le barche e dal momento che esse contenevano al massimo sei persone, è stato deciso che la guida i due russi, la ragazza che parlava il russo e una coppia giapponese avrebbero preso posto sulla prima barca, i restanti sull’altra. Le barche, di forma stranissima, stretta e lunga permettevano di stare una sola persona per sedile sfalsate in modo di permettere una buona visione a tutti. Naturalmente l’altra coppia si è accomodata per prima soprattutto per la difficoltà di seduta, in quanto si era sul fondo della barca con un piccolo cuscino al posto del sedile, questo per il motivo che avendo pochissimo pescaggio, il baricentro doveva essere più vicino possibile all’acqua, poi sono salite le altre due giapponesine e quindi i restanti che però si sono posizionati in fronte ai primi, l’unica ad avere la gonna e quindi grossa difficoltà di seduta era una ragazza con i capelli neri, di una lunghezza meravigliosa.

Ma la difficoltà era solo nella mia testa in quanto lei si è inginocchiata e poi toccando il corpo si era seduta lasciando vedere due bellissime gambe scoperte poco più in su del ginocchio.

Siamo partiti per il giro e da questo momento tutti i nostri interessi erano concentrati sul panorama che si presentava ai nostri occhi. Era un’esplosione di voci, di grida, di colori, il cervello non aveva il tempo di catalogare un avvenimento, che già si presentava un altro ancora più bello, i nostri visi erano allegri e gioiosi, non avevo mai visto un mercato così particolare.

Alla fine del giro, e dopo aver scattato non so quante foto ci siamo diretti verso il ristorante dove avremmo mangiato e dove saremmo rimasti per circa un’ora e mezza. A tavola, tutti assieme, abbiamo pranzato con menu locali, quindi cibi poveri molto buoni e con una preparazione molto accurata, e in mancanza di vino, come sempre ci siamo rivolti alla birra. Verso le 15.30 ci siamo avviati verso il pullman dalla capacità circa quaranta posti, quindi ampio spazio per tutti, ci aspettavano circa tre ore, nella migliore delle ipotesi di tragitto. Poco dopo la partenza, e dopo che la guida ci aveva illustrato quello che non era riuscita a dirci durante il giro, qualche occhio cominciava a farsi pesante. Il caldo, l’effetto rollio, lo stomaco pieno avevano il sopravvento e le teste cominciavano a ciondolare, mia moglie era rimasta davanti ed era partita subito, dormiva come un ghiro. La cosa mi ha sempre dato fastidio, ma dato il nostro particolare rapporto, mi ero alzato e sono andato a sedermi in fondo al pullman.

Ho preso la mia video camera e ho iniziato a rivedermi tutto quello che avevo filmato, poco dopo è venuta anche la giapponesina e successivamente anche la sua amica dai capelli cortissimi e rossi.

Abbiamo guardato assieme con me in mezzo il pezzo girato commentando alla meglio a bassa voce per non disturbare gli altri che dormivano. Ero molto attento a come avevo lavorato, ma la mia attenzione era molto disturbata in modo positivo, da quelle dolci visioni, soprattutto dalla nera, la cui gonna, rispetto alla barca, era salita più in alto delle ginocchia. Dopo aver visto tutto il filmino le due ragazze mi hanno ringraziato e sono tornate al loro posto, io mi sono alzato andando dalla guida e ho chiesto se poteva mettere una cassetta di musica come sottofondo alla visione della campagna stupenda. Sono tornato in fondo al pullman, ho tolto la macchina fotografica e mi sono appostato in un angolo pronto a scattare su quello che più mi attraeva. Dopo poco tempo ho visto venire verso il fondo la ragazza dai capelli neri, certo non pensavo volesse sedersi vicino a me, ma un pensierino lo avevo fatto, invece lei sempre con il solito dolcissimo sorriso e con il solito inchino si è andata a sedere sulla stessa mia fila, ma dalla parte opposta. Io con un occhio ero pronto a scattare foto e con l’altro controllavo cosa faceva. Si era seduta normalmente e guardava fuori dal bus, speravo che avrebbe accavallato le gambe, così potevo vedere meglio come era fatta, invece no. Ormai avevo perso la speranza di sbirciare quelle stupende gambe bianchissime, quando all’improvviso ho sentito il rumore dello schienale che si abbassava e ho girato la testa verso di lei, nello stesso momento anche lei mi ha guardato regalandomi uno stupendo sorriso. Era magnifica, si era allungata tutta, le mani appoggiate al sedile esaltavano tutte le variazioni del corpo, dalla linea del viso, al collo per poi scendere su di un piccolo seno ma molto duro, si vedeva ampiamente che era senza reggiseno, soprattutto quando era in barca con il vento che la colpiva e che disegnava ampiamente quelle deliziose coppe con i suoi giovani capezzoli duri che sembrava volessero uscire da sotto la seta, il ventre liscio e piatto e uno stupendo rigonfiamento sull’inguine. Non sapevo cosa pensare, ovvero o aveva uno stupendo e folto boschetto oppure aveva la figa molto gonfia, la gonna si era attestata ampiamente sopra le ginocchia lasciando vedere due belle cosce. Per non sembrare indiscreto le ho rimandato il meglio di quello che era il mio di un sorriso e mi sono sorpreso ad armeggiare con la mia macchina fotografica; le mie mani, che solitamente sapevano esattamente cosa fare, non riuscivano a fare niente. Con la coda dell’occhio scrutavo ogni piccola mossa, ogni piccolo sospiro della ragazza, il seno si alzava in modo molto ritmico, quasi volesse andare a tempo con la musica che avevo fatto mettere, il ventre sembrava volesse ondeggiare e le mani erano ferme appoggiate al sedile come se volessero sostenere verso l’alto il bacino. A questo punto ho trascurato completamente la macchina fotografica e ho iniziato a fissarla, lei non si poteva accorgere in quanto aveva gli occhi chiusi, e la voglia mi stava assalendo, senza accorgermene avevo iniziato a strofinarmi il mio gioiello che bussava per uscire allo scoperto, mentre nello stesso istante anche lei aveva iniziato a passare la mano sulla seta sotto di cui palpitava una voglia impellente. Lentamente come se il mio sguardo l’avesse spogliata, si è girata verso di me e aprendo gli occhi mi ha sorriso passandosi la lingua sulle labbra. E’ stato come inserire la spina nella corrente e accendere i motori, lei senza staccare gli occhi dal mio viso e dalle mie mani, che continuavano a palpare il cazzo, ha iniziato a sfregarsi la figa con una mano mentre con l’altra si strizzava i capezzoli, la gonna aveva iniziato una lenta risalita ad ogni carezza un centimetro di stoffa si alzava lasciando intravedere le cosce mentre nello stesso momento anche le gambe si aprivano.

Dopo un tempo, forse corto, ma per me infinito, la gonna aveva eseguito tutto il suo percorso lasciando vedere delle stupende mutandine grigio perla , a questo punto tutte e due le mani si sono impadronite di quel stupendo monte di Venere e senza spostare niente ha iniziato a masturbarsi senza mai staccare i suoi occhi dai miei. Faccio presente che tutto il pullman dormiva, il pranzo e la stanchezza avevano fatto il suo effetto e le uniche persone attive eravamo solo noi due, sempre a distanza, e naturalmente l’autista. Delicatamente aveva allargato al massimo le cosce e si era infilata i lembi delle mutandine nella figa ed a quel punto mi sono accorto che non aveva neppure un pelo, perfettamente rasata e liscia. Una mano era ritornata sui capezzoli e l’altra muoveva le mutandine in su e in giù in modo di poter sfregare la figa. Probabilmente era vicina alla sua esplosione perchè si è fermata , ho tolto le mani, ha riabbassato la gonna e accavallando le gambe si è fermata. Al contrario, io avevo aperto la cerniera e fatto uscire allo scoperto il cazzo facendomi lentamente una sega. Credo che questo sia stato il momento giusto perchè la piccola si è alzata e lentamente si è sfilata le mutandine sedendosi immediatamente e alzandosi al massimo la gonna. Anche se ero un po’ lontano si vedeva benissimo il monte di Venere che era gonfio, si è girata di nuovo verso di me, si è infilata il dito in bocca e con un colpo repentino ha girato anche tutto il corpo verso di me, ha spalancato le cosce e ha fatto sparire il dito dentro la figa iniziando un lento ma inesorabile movimento.

Si stava facendo uno stupendo ditalino, offrendomi la migliore vista che poteva, la lingua continuava a leccare le labbra, a quel punto ho voluto darle la massima carica, mi sono infilato anch’io il dito in bocca riempiendolo di saliva che ho depositato sulla cappella iniziando così anch’io un lento movimento. A questa vista la piccola ha accelerato il ditalino arrivando ad un orgasmo meraviglioso, tutto si muoveva tranne il viso e gli occhi che erano fissi sul mio cazzo, ha chiuso le cosce, lasciando il dito nella figa, rimanendo ferma con lo sguardo, aspettava con ansia il mio godimento che non si è fatto attendere, mentre godevo il suo viso si era illuminato con uno stupendo sorriso di gioia e di soddisfazione. Non so quanto tempo abbiamo passato in quella posizione, ad un certo punto la piccola ha allargato le cosce si è sfilata lentamente il dito, si è alzata venendo verso di me, ha allungato il dito, tutto bagnato, verso il mio viso e la mia bocca automaticamente si è aperta per succhiare quel dolce nettare, mentre l’altra mano si è impadronita del mio cazzo. Dopo pochi secondi si è staccata e facendomi segno di non muovermi si è diretta verso il suo vecchio posto. Ho socchiuso gli occhi ripensando a tutto quello che era successo, certo mi sarebbe piaciuto baciarla, poterle infilare le mie dita in quel dolce nido, sentirla fremere quando l’orgasmo annunciava il suo arrivo impetuoso, ma non ho potuto pazienza, era stata comunque una bellissima esperienza, soprattutto perchè non l’avevo cercata. Ho risistemato il mio arnese al suo posto e mi sono rannicchiato in un angolo guardando fuori dal finestrino e dopo pochi secondi gli occhi si chiusero. Non so quanto tempo sia passato, so che a un certo punto ho aperto gli occhi convinto che qualcuno mi stesse guardando, in effetti era vero, in piedi davanti a me c’era la piccola con la sua amica, mi hanno indicato di stare fermo e di non parlare mentre tutti continuavano a dormire e anche se si fossero svegliati non avrebbero potuto vedere nulla, in quanto gli ultimi posti erano più bassi degli altri, e si sono spostate dalla parte opposta per sedersi. La porcellina con la gonna si era messa in angolo, mentre l’amica era più vicina a me, ma sempre dal lato opposto, si sono prese per mano lasciando le altre due libere di scivolare sui propri corpi. L’amica aveva una camicetta bianca trasparente e si vedevano due grossi capezzoli scuri , piccole tettine senza reggiseno e pantaloni rossi di seta. Alla vista di quello che stava avvenendo la mia temperatura si stava alzando e la voglia di buttarmi in mezzo a loro era forte, ma più forte era la curiosità di vedere sino a dove sarebbero finite.

A questo punto per velocizzare il racconto e non confondermi, chiamerò la ragazza con la gonna e i capelli scuri Porcellina, mentre l’altra con i pantaloni e una bocca fatta apposta per fare pompini Boccuccia. Porcellina, sempre stringendo la mano di Boccuccia, si stava accarezzando, da sopra la gonna, la passerina mentre Boccuccia, dopo essersi slacciata la camicetta e fatto uscire alla luce del sole le tettine si stava strizzando i capezzoli per poi, cercando di alzare il seno verso il viso, si leccava tutta l’aureola scura. Il mio cazzo stava reclamando più attenzione, senza togliere gli occhi dalla scena, mi sono slacciato i pantaloni facendolo uscire per prendersi un boccata d’aria e una mano che lo accarezzava. Boccuccia che aveva gli occhi aperti, alla vista del mio cazzo ha accelerato la velocità della lingua sui capezzoli avvisando Porcellina, con una stretta alla mano della nuova situazione che a questo punto ha sollevato la gonna, mostrandomi che era rimasta senza mutandine, e dopo aver infilato il dito in bocca a Boccuccia lo ha tolto tutto bagnato e in un solo colpo se lo è infilato nella passerina iniziando una dolce cavalcata. Boccuccia era in difficoltà in quanto Porcellina non mollava la sua mano e con una sola non riusciva ad entrare nei pantaloni per masturbarsi. Qui si è potuto notare l’abilità di queste dolci figure a districarsi senza fatica e in un baleno il pantalone di seta è scivolato ai piedi per poi uscire allo scoperto. A questo punto Porcellina che si era accorta del movimento si è tolta il dito dalla figa e aprendo le cosce a Boccuccia ha infilato con un colpo secco la passerina. Boccuccia per non essere da meno ha tolto la sua mano dalle tettine e in un baleno si è posizionata sulla figa di Porcellina. Era una situazione meravigliosa, le due viaggiavano allo stesso ritmo, probabilmente anzi sicuramente non era la prima volta, le dita entravano e uscivano dalle fighe per infilarsi nelle rispettive bocche per poi tornare al nido centrale. Stavo aspettando di vedere come si sarebbero comportate quando avrebbero goduto, e nello stesso momento le due si sono baciate violentemente, mentre i loro corpi avevano sussulti chiarissimi di orgasmo in corso. Quando si sono fermate ho avuto la conferma che avevano goduto dallo splendore che il viso di una donna ti dà dopo aver raggiunto la dolce prateria del godimento. A questo punto ero io in debito e volevo godere, ho preso in mano il cazzo e ho iniziato il mio solito solitario, la mano scorreva lentamente sull’asta perchè volevo prolungare al massimo la dolce tensione. I miei occhi, naturalmente, erano puntati sulle due creature che sembravano appagate, le loro mani si accarezzavano e scorrevano senza una meta precisa sui loro corpi sino a quando Porcellina si è accorta di quanto stavo facendo. Ha preso il viso dell’amica e lo ha rivolto verso di me, Boccuccia ha avuto un sussulto e la sua mano è scesa fra le cosce, tutte e due, adesso erano attive e non riuscivano a stare ferme. Porcellina ha fatto scivolare via i pantaloni e poi le mutandine di Boccuccia regalandomi una visione meravigliosa : un bosco tutto nero ricopriva quel dolce nido, ha fatto appoggiare la schiena contro il suo corpo aprendole le cosce in modo che potessi vedere meglio quello che le avrebbe fatto. Mentre Boccuccia si palpava le tettine lei le ha allargato le grandi labbra e ha iniziato un massaggio alla figa, inspiegabilmente, una mano continuava a lisciare il clitoride mentre l’altra spariva per poi ricomparire con un piccolo vibratore, che è sparito immediatamente in quella voragine affamata, a questo punto ho mollato i freni godendo meravigliosamente. Le due vedendomi hanno aumentato il loro ritmo godendo. Naturalmente, tutto il pullman non si era accorto di niente e noi potevamo continuare nei nostri giochini. Porcellina dopo aver slinguato Boccuccia le ha preso la testa e lentamente si è posato le labbra sul suo seno obbligandola a succhiare e leccare i capezzoli poi, non contenta anzi con sempre più voglia, ha fatto scendere la bocca sul pancino per finire tra le sue cosce spalancate. Boccuccia ha divaricato al massimo le cosce di Porcellina e mentre un dito si intrufolava nella figa e l’altra mano spariva sotto il culo, la lingua iniziava a slappare quella bellissima figa liscia e aperta. Probabilmente, la mano sotto il culo stava facendo effetto perchè Porcellina ha inarcato le reni e si è notato, dal suo viso, che qualcosa era entrato nel suo orifizio, il suo ventre si muoveva ritmicamente come se stesse chiavando, sino a quando ha preso la testa di Boccuccia e dandole dei colpi con la figa ha goduto ma Boccuccia non era contenta, le ha preso le gambe e le ha alzate e nello stesso momento le ha divaricate, così in questo modo si è trovata davanti agli occhi uno spettacolo stupendo, due stupendi buchi pronti a farsi leccare. Porcellina non chiedeva di meglio e per aiutare l’amica si è presa le gambe nella mani così che Boccuccia si è trovata le mani libere, che immediatamente si sono messe all’opera il dito medio ha iniziato la sua danza nella figa per poi, tutto bagnato, sparire nel culo sino in fondo subito un altro dito ha preso il suo posto mentre la lingua iniziava a slappare quella stupenda cagna in calore. Certo se fossimo stati in un altro posto, magari in una camera su di un letto, avrei saputo come far aumentare la temperatura a Boccuccia tutta intenta a far godere l’amica, le avrei infilato il vibratore nel culo e posizionato la mia bocca sul quel boschetto e sarei riusciti a trasmettere il mio desiderio a Porcellina tramite le mani di Boccuccia che aumentavano la velocità con l’aumento delle mie dentro i suoi orifizi, ma purtroppo non si poteva e mi sono dovuto accontentare di masturbarmi e godere nello stesso momento che Porcellina inondava di dolce liquido la bocca di Boccuccia. Avevo gli occhi chiusi e stavo assaporando la mia sega solitaria, quando ho sentito qualcosa che sfregava sul mio naso, istintivamente ho aperto gli occhi e anche la bocca dallo stupore, che è stata subito impegnata a succhiare un immenso capezzolo irto e duro, Porcellina era sgusciata da me e io succhiando e stringendo il mio viso cercavo di farla impazzire, ero tutto preso ad assestare colpi di lingua e morsicate prima a sinistra e poi a destra che non mi sono accorto che anche Boccuccia era con noi, si era messa in ginocchio sotto il sedile e in un attimo ha fatto sparire il mio cazzo nella sua bocca la sorpresa è stata tale che non riuscivo più a far niente, Porcellina che si era accorta del mio stupore e prendendomi il viso fra le mani mi ha infilato la lingua in bocca dandomi un bacio meraviglioso e obbligando a prenderle le tette in mano in modo di poterla farla godere. Non so quanto tempo è passato, so solamente che ho tolto i freni e goduto in bocca di Boccuccia, la quale dopo aver succhiato tutto il possibile si è staccata e prendendo la bocca di Porcellina si sono baciate lasciandomi in bella vista le loro fighe, che immediatamente ho riempito con le mie dita facendo un ditalino a tutte e due contemporaneamente. Dopo averle fatte godere, si sono alzate per ritornare al loro posto, io mi sono ricomposto senza staccare gli occhi da quelle stupende e vogliose creature. Mentre Porcellina si era alzata la gonna per infilarsi e sistemare le mutandine Boccuccia le ha preso la mano fermando quello che stava facendo obbligandola a rimanere con le mutandine ferme al ginocchio. La posizione era molto strana ma anche molto eccitante, le gambe erano aperte ma non troppo quindi qualsiasi cosa sarebbe entrata nella passerina avrebbe fatto fatica procurando sicuramente un godimento migliore.

Senza aprire bocca si era alzata in piedi davanti all’amica aveva fatto scivolare i suoi pantaloni verso il basso mettendo bene in vista la sua folta boscaglia e obbligando Porcellina a tenere le gambe aperte, con le mutandine che sembrava volesse rompere da un momento all’altro. Per essere sicura che non chiudesse le gambe Boccuccia si era messa in mezzo alle gambe e premeva con le sue ginocchia in modo di avere due effetti, il primo di tenere la sua figa aperta e poter vedere quella tutta depilata di Porcellina che si muoveva nell’unica posizione che poteva ovvero su e giù con il bacino A questo punto Boccuccia si era sfilata una scarpa e con il piedino nudo si era posizionata tra le cosce dell’amica e con il ditone cercava di farsi strada per entrare e tenendo presente che i piedi delle giapponesi sono molto piccoli e affusolati, mi aspettavo qualche sorpresa, non avendo peli la cosa era facile piano piano si è intrufolato tra le grandi labbra che si sono aperte cercando di rendere facile l’ingresso.

Porcellina sentendo il ditone che bussava ma che non riusciva ad entrare, ha fatto appoggiare la schiena di Boccuccia al sedile anteriore, ha preso il piedino e alzandole la gamba si è portata alla bocca il tutto iniziando a succhiarlo leccando piano piano tutto il piedino. Boccuccia gradiva molto questo trattamento al punto che mentre l’amica continuava a leccare, lei si era allargata la figa facendo sparire due dita al suo interno e iniziando una lenta danza di nome ditalino. Porcellina era tutta un fuoco e vedendo il piedino bene bagnato se lo è portato in posizione, appena arrivato davanti alla sua figa e senza bussare è entrato tutto sino a metà piede. Boccuccia tenendo il piede ben saldo sul sedile, le dita che aumentavano la velocità, ha iniziato un movimento ritmico dentro la figa dell’amica.

Sono bastati pochi minuti per far partire le due in un meraviglioso orgasmo completato anche dal mio che non avrei non potuto partecipare alla festa. Mi sentivo frastornato ma non al punto di non accorgermi che stavamo avvicinandoci alla città, ho cercato di attirare l’attenzione delle mie compagne di viaggio e di questa avventura, che naturalmente erano ancora intente a palpeggiarsi e baciarsi.

Finalmente hanno capito cosa volevo dire e si sono subito ricomposte, in un baleno si erano ricomposte prendendo in mano le macchine fotografiche, come se nulla fosse successo.

All’arrivo in città, dirigendoci verso i rispettivi alberghi speravo che fossero nel nostro, così avrei potuto organizzare qualche incontro particolare, ma purtroppo non era così salutandole quando sono scese ho sperato, almeno, che si fossero iscritte al tour di domani. All’indomani all’appuntamento per la partenza, le ho cercate avidamente, ma purtroppo nulla è successo.

Credo che resterà sempre nel mio angolino particolare dei ricordi, come se fosse un film, tutto quello che è avvenuto, sono sicura che sarà fonte di altre magnifiche seghe solitarie, e forse dopo averlo raccontato a chi so io, anzi sono sicura, ispirerà altre situazioni eccitanti ed intriganti.

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